Bregantini e la sua politica di integrazione

Battesimo, cresima e matrimonio.... tutto in famiglia

NOEMI GALUPPO

CAMPOBASSO

L’arcivescovo GianCarlo Bregantini, domenica mattina, ha conferito il sacramento del battesimo, della cresima e del matrimonio ad una famiglia rom di Campobasso nella chiesa di Sant’Antonio Abate. Una celebrazione carica di emozioni, di spunti e di forte valore integrativo. Accoglienza e integrazione alla base della celebrazione.

«Aprire le porte più che chiudere i porti», il messaggio pronunciato dall’arcivescovo durante l’omelia. Una presa di posizione forte in questo mese in cui gli occhi della stampa sono puntati sul caso del sindaco di Riace e sulle scelte del vicepremier Matteo Salvini in tema di migranti.

L’arcivesco Giancarlo Bregantini da quando è a Campobasso ha guardato sempre con grande attenzione al

quartiere di Sant’Antonio Abate. Il suo impegno è una sottile opera di rieducazione ed integrazione. Un percorso di dialogo visibile nella celebrazione di domenica mattina e che ad oggi ha portato i suoi frutti. Positiva la risposta da parte del quartiere ad un percorso di preparazione ai sacramenti ed alla vita. «Integrare e non escludere». Questo il monito di Bregantini che durante il suo mandato in terra molisana non è mai venuto meno.

La politica dell’arcivescovo nei confronti degli “emarginati” è ben evidente. Lunga la fila di persone che affolla

l’anticamera di Bregantini alla curia arcivescovile di Via Mazzini. Soprattutto di quanti hanno problemi economici e sociali. La chiesa è da sempre rifugio per gente in difficoltà e, spesso, assolve ad una funzione di sostegno che da altre istituzioni tarda ad arrivare. (foto Paolo Cardone)