Botte e minacce ai bimbi dell’asilo, il video choc dei maltrattamenti
Fermate due maestre di 49 e 58 anni
I gravi episodi sono avvenuti presso l’asilo Camelot, istituto Don Giulio Testa, di Venafro. La Polizia di Stato di Isernia ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’insegnamento a carico di due maestre di anni 49 e 58 che svolgono la loro attività all’interno di una scuola dell’infanzia statale di Venafro a seguito di un’attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile con intercettazioni audio e video che hanno riscontrato i maltrattamenti denunciati da alcune madri.
Nelle immagini in alto, riferite alla scuola materna di Venafro in cui sono stati individuati circa 150 episodi di maltrattamenti: ricostruito il vissuto quotidiano dei piccoli alunni di 2/3 anni sui quali due maestre mostravano un atteggiamento vessatorio e minaccioso.
Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica Carlo Fucci, dirette dal Sost. Maria Carmela Andricciola e condotte dalla Squadra Mobile sono state generate dalla denuncia presentata alla Questura di Isernia da parte di alcune madri coraggio che avevano notato negli ultimi tempi comportamenti anomali dei propri figli di 2 e 3 anni. I bimbi spesso rientravano a casa lamentando alcuni atti di violenza subiti in classe. La Procura ha così disposto intercettazioni video-ambientali nella struttura scolastica fin dal 3 dicembre dello scorso anno, con personale specializzato della II Sezione della Squadra Mobile che le ha seguite riscontrando una situazione allarmante, che ha portato il 23 dicembre 2018 a conclusione l’operazione ricostruendo il vissuto quotidiano dei piccoli alunni della scuola materna. All’interno dell’aula, infatti, i bambini sono stati oggetto di violenze fisiche e verbali e, ancor più grave, educati ad applicare fra loro la legge del taglione, tant’è che in alcune occasioni le maestre li esortavano a farsi giustizia da soli, incitandoli a porre in essere atti di violenza nei confronti dei loro compagni.
I bambini venivano strattonati e colpiti sul capo, aggrediti verbalmente con espressioni del genere: «appiccicalo con la testa vicino al muro… tiuragli i capelli più forte… così capisce…; ti faccio nero nero; ti spezzo le mani; ti spezzo tutte le dita delle mani; ti appiccico vicino al muro; ti ammazzo; ma questo è proprio stupido; ti faccio uscire il sangue così te lo ricordi; se metti il pennello là sopra … sei morto; sei un animale».
Circa 150 gli episodi individuati dalla Polizia che portavano la Procura della Repubblica a formulare, il 2 gennaio scorso, la richiesta di ordinanze di misure cautelari ritenendo pienamente configurabile il reato di maltrattamenti.