Auto in acqua, rabbia e dubbi sulla sicurezza dopo la morte di Giuseppe

Termoli sconvolta dopo il terribile incidente che è costato la vita a un 76enne caduto in mare con la sua vettura

C’è rabbia, sconcerto e sgomento a Termoli dopo il drammatico incidente che è costato la vita a Giuseppe Tumini, classe 1943, caduto con la sua auto nelle acque gelide del porto di Termoli nella serata di ieri, venerdì 13 dicembre (qui l’articolo). Tutto è avvenuto in una manciata di minuti e la ricostruzione è ancora al vaglio delle forze dell’ordine. Stando alle prime informazioni l’uomo pare fosse al volante della sia auto, una Renault Kangoo quando, all’improvviso, è caduto nelle acque gelide del porto di Termoli. Sarebbe stata una donna che si trovava a passare ad accorgersi della scena e ad allertare immediatamente i soccorsi. Sul posto sono arrivati i militari della Capitaneria di Porto, il personale specialista Soccorritore Acquatico del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Campobasso, il personale del distaccamento del 115 di Termoli, il 118 e la Misericordia oltre a Carabinieri e Polizia. L’uomo è stato estratto dall’abitacolo della vettura e soccorso sulla banchina con il 118 che ha effettuato le manovre di rianimazione ma per il 76enne non c’era già più nulla da fare. La notizia si è diffusa rapidamente in città e sul posto sono accorse tante persone nonostante le condizioni meteo del tutto sfavorevoli, il vento gelido e la pioggia che a tratti ha battuto la costa. Sono stati i vigili del fuoco, con l’utilizzo di una gru e di un sommozzatore, a recuperare la vettura dal fondo del mare. Un incidente dall’esito tragico che, però, mette in evidenza un aspetto sollevato da tanti: la sicurezza della banchina del porto di Termoli. Sono stati diversi cittadini, infatti, a raccontare quanto sia pericoloso, con condizioni meteo avverse come quelle di ieri sera con pioggia e vento, accorgersi della “fine” della strada e dell’inizio dell’acqua soprattutto nel punto in cui è caduta la vettura con a bordo il 76enne. Più di qualcuno ha sollevato la necessità di dotare quella zona del porto, quella per intenderci a ridosso dell’ex area dei cantieri navali, di maggiori delimitazioni tra la strada e il bordo della banchina. «Capita spesso quando piove di non accorgersi della fine della strada. Anche perché qui manca anche quasi del tutto l’illuminazione», racconta più di qualche pescatore.