Aumenti retroattivi tariffe acqua, il Tar dà ragione a 33 comuni che avevano fatto ricorso
Clamorosa decisione del Tar Molise che, su ricorso dell’avvocato Salvatore Di Pardo, dà ragione a ben trentatre comuni molisani, capeggiati dal primo cittadino di Trivento Pasquale Corallo, che contestavano l’aumento retroattivo delle tariffe dell’acqua, deciso da Molise Acque ed Egam, per gli anni dal 2016 al 2019. Quell’aumento retroattivo avrebbe mandato in dissesto le casse dei Comuni, provocando anche un aumento, a cascata e indiscriminato, delle tariffe a danno dei cittadini. Il ricorso dell’avvocato Di Pardo era fondato su motivi di legittimità, come sancito dai giudici che hanno annullato le relative delibere di aumento facendo tirare un sollievo di respiro ai sindaci dei 33 comuni molisani: “Gli aumenti non possono essere retroattivi. Ora, l’esame della documentazione in atti dimostra che il mancato aggiornamento per tempo delle tariffe idriche da parte dell’EGAM, e, correlativamente, la mancata tempestiva applicazione delle tariffe da parte della Molise Acque, sono dipesi esclusivamente dal comportamento inerte tenuto da tali enti nell’iter di approvazione, e non sono certo ascrivibili all’operato dei soggetti (gli utenti all’ingrosso e al dettaglio del servizio idrico) sui quali sono state fatte invece gravare le notevoli conseguenze economiche di tale inerzia. Il comportamento dell’ente d’ambito e del gestore ha, infatti, portato all’evidente sforamento non solo del termine del 30 aprile 2016, previsto per l’approvazione delle tariffe idriche per il periodo 2016-2019, ma anche di quello del 30 aprile 2018 assegnato per l’aggiornamento biennale dei termini previsti (cfr. del. ARERA n. 664/2015 e n. 918/2017/R/IDR). E ciò risulta particolarmente significativo, tenuto conto che detti termini risultavano funzionalizzati proprio a garantire che l’approvazione delle tariffe idriche aggiornate avvenisse in costanza del periodo temporale cui queste si riferivano, così da evitare soluzioni di continuità e precludere ogni improvvido tentativo di una loro applicazione postuma. Detti comportamenti inerti, pertanto, non potrebbero in alcun modo giustificare il notevole sacrificio economico che si vorrebbe imporre agli utenti del servizio idrico”. La sentenza, firmata dal relatore Scalise e dal presidente Gaviano, è stata pubblicata questa mattina.