Aspettativa di vita, a Campobasso perso un anno nel 2020 e un altro anno e 4 mesi nel 2021

Secondo il report Istat “Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori”, si è registrata una crescita al Nord, dopo il calo del primo periodo della pandemia, e un calo al Sud toccando rispettivamente a 82,9 e a 81,3 anni. Ad Isernia l’emigrazione ospedaliera raggiunge il 28,2%, peggio solo Matera con il 28,9%

Nel nostro Paese la speranza di vita alla nascita nel 2021 era di 82,4 anni ma l’aspettativa cambia a seconda delle Regioni: il Sud, infatti, ha circa 1,7 anni in meno rispetto al Nord. È quanto emerge dal report Istat “Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori” secondo il quale, tra il 2020 e il 2021, la speranza di vita è cresciuta al Nord, dopo il calo del primo periodo della pandemia, e diminuita nel Mezzogiorno fissandosi rispettivamente a 82,9 e a 81,3 anni. Spicca, in particolare, il caso di Campobasso in cui si era perso un anno nel 2020 e un ulteriore anno e quattro mesi nel 2021.

L’emigrazione ospedaliera è un altro dato particolarmente rilevante, ovvero la quantità di persone che si spostano in un’altra regione per ricevere cure mediche sia per scelta del paziente che per mancanza di figure o strutture adeguate. Le differenze tra Nord e Sud sono nette: solo 5,6% al Nord, mentre nel Meridione 11,4%. Sondrio, Lecco, Bergamo e Ravenna non raggiungono il 2,5%, mentre le città di regioni più piccole sottolineano anche attraverso l’emigrazione ospedaliera le loro difficoltà; è il caso di Isernia e Matera, rispettivamente con 28,2% e il 28,9%.

Infine, l’occupazione della popolazione tra i 20 e i 64 anni nel 2021 non è tornata ai livelli pre-pandemia, ma c’è stata comunque una grande ripresa rispetto al 2020. Una ripresa che ha visto protagoniste in particolare province del Sud come Frosinone, Enna, Lecce e Nuoro. Bilancio negativo rispetto al 2020 invece per Sassari, Campobasso, Brindisi, Siracusa e al Nord con Padova, Belluno, Massa Carrara, Fermo e Bolzano.