L’ex sindaco Tullio Farina interviene sull’area industriale e pone 12 domande.
«Ritengo giusta e doverosa l’iniziativa presa dal gruppo consiliare “Futuro Trivento” di voler conoscere la situazione venutasi a determinare tra il Comune di Trivento e il Consorzio industriale di Campobasso che ha determinato l’emissione di un decreto ingiuntivo di 1.100.00,00 che il Comune di Trivento dovrebbe pagare per insolvenza dei debiti di gestione accumulati per quasi un ventennio. Meno interessante appare la polemica a chi spetta alzare la prima bandierina dal momento che già dal 2016 con delibera consiliare n 52 del 21/11/2016 la problematica, è stata discussa in consiglio comunale su proposta sempre della minoranza ma, ahimè, senza alcun risultato concreto per una precisa volontà dell’amministrazione pro tempore che mai ha ritenuto portare in consiglio comunale notizie su tale spinoso argomento. Paradossalmente proprio nell’anno 2016 maturava il debito più consistente e al Comune venivano addebitati come perdite di gestione ben 581.01,17 euro di cui il Consiglio comunale è stato tenuto all’oscuro. Pertanto, fermo restando il plauso per l’iniziativa presa, per entrare nel vivo della discussione è essenziale che si conoscano le criticità del passato, altrimenti si rischia di parlare a vuoto; per comprendere il presente e programmare il futuro è indispensabile conoscere il passato Ed allora sarà il caso di formulare le magnifiche dodici domande, come i 12 comandamenti, a cui più di qualcuno dovrebbe rispondere;
Quale azione di vigilanza e quali interventi hanno posto jn essere i tre sindaci pro tempore che si sono succeduti dal 2001 al 2019 nei confronti del Consorzio per accertarsi degli impegni dello stesso nei confronti dell’area PIP di Trivento, visto che per il periodo citato il Comune di Trivento ha versato oltre 268.000,00 euro di quote associative previste nella convenzione sottoscritta dalla parti ? Una cosa è certa: il Comune ha versato le quote associative previste, ma la gestione effettiva della PIP Piana d’Ischia c’è stata veramente ed è stata efficiente? Dalle doglianze manifestate dalle ditte insediate a Piana d’Ischia più di qualche dubbio sorge.
Perché le quote partecipative al Consorzio per il Comune di Trivento sono state superiori a quelle del Comune di Campobasso e di Boiano, addirittura pari o superiori anche a quelle della Regione ?
Perché coloro che hanno rappresentato il Comune di Trivento non si sono mai accorti della problematica dei debiti di gestione del Consorzio che ha procurato un debito gigantesco al Comune di Trivento;
Perché non è stata mai contestata dal Comune la decisione presa dal Comitato di gestione con la delibera n 46 del 23/11/ 2013 che ripartiva i debiti di gestione anche con effetti retroattivi a partire dal 2002-2003
Perché nel 2010, allorquando Il nucleo Industriale Boiano – Campobasso ha escluso con atto unilaterale il Comune di Trivento dal Consorzio per insolvenza , anziché comprendere bene la problematica dei debiti , si è preferito ricorrere al TAR e successivamente al Consiglio di Stato per essere riammessi nel Consorzio, sopportando quasi 6.000,00 euro di spese legali?
Prima di iniziare le vertenze legali con il consorzio per la permanenza del Comune nel Nucleo industriale si era compresa bene la motivazione della sua esclusione?
Perché il Comune di Trivento, che aveva quote partecipative all’interno del Consorzio superiori a tutti gli altri Comuni, anche a quelli di Campobasso e Boiano e pari a quelle della Regione Molise, in cambio ha avuto solo debiti di gestione e non servizi efficienti e finanziamenti per opere strutturali adeguati alla sua quota partecipativa ? Dove erano e cosa hanno fatto gli amministratori locali in carica per far evidenziare una così vistosa anomalia e rettificare l’atteggiamento del Consorzio nei confronti del Comune?
Perché nell’ottobre 2016, quando da parte del gruppo consiliare di minoranza “Trivento che vorrei” è stato convocato per la prima volta il Consiglio comunale per discutere i rapporti tra il Comune e il Consorzio industriale non sono state date risposte esaustive che avrebbero poi fatto prefigurare l’emissione di un decreto ingiuntivo di pagamento di oltre un milione di euro?
Perché il sindaco il sindaco uscente, unico sindaco di Trivento ad essere nominato nel comitato di gestione nel novembre 2015, dopo solo un anno nel settembre 2016 si dimetteva dalla carica senza mai comunicare durante tale periodo al consiglio comunale le criticità intercorrenti tra il Comune e il Consorzio e all’interrogazione del consigliere Farina presentata in data 26 ottobre 2016 non spiegava i veri motivi delle sue dimissioni da membro del Comitato di gestione del Nucleo industriale? E pure i problemi da rappresentare erano gravi, considerati gli sviluppi successivi
Perché i vari solleciti di pagamento del Consorzio industriale notificati dal 2009 ad oggi non sono stati mai riscontrati o contestati e gli stessi non sono mai stati comunicati al Consiglio comunale ?
Quanti sono ancora i debiti per i costi di gestione accumulati negli anni 2017-2018 e 2019 e a che somma complessiva arriverà l’intero debito?
La regione Molise, chiamata in causa, sarà disposta ad accollarsi le intere passività prodotte dal Consorzio industriale?
Le risposte a tutti questi quesiti potrebbero spiegare tanti aspetti della problematica utili per non ripetere gli errori del passato
Sicuramente per gli amministratori comunali pro tempore non ci saranno eventuali responsabilità penali e contabili in quanto il Consorzio è un ente autonomo con una sua distinta gestione, ma la responsabilità politica c’è tutta per l’assenza di qualsiasi forma di controllo e vigilanza sui rapporti tra gli enti in questione. Se errare è umano, perseverare è diabolico. Tullio Farina ex amministratore di Trivento”».