Il monito di don Silvio ai giovani: “Accarezzate la vita, non sfidatela. Che questa vicenda vi sia da luce”
Una folla attonita, silenziosa, straziata dal dolore per l’ultimo saluto a Sara Favia, la 17enne che ha perso la vita in un drammatico incidente avvenuto sabato sera lungo la Statale 16, all’altezza del confine tra Abruzzo e Molise. Il feretro portato a spalla fin dentro la Cattedrale di Termoli, troppo piccola (anche alla luce delle disposizioni Covid) per contenere le tantissime persone arrivate per salutare Sara il cui sorriso solare e la spensieratezza dei soli 17 anni campeggiano nelle foto vicino alla porta del Duomo. Ad officiare la messa don Silvio Piccoli, amico di famiglia, assieme a don Benito Giorgetta e a don Gabriele Mascolongo. Fuori, in piazza Duomo, gli amici del Nautico di Termoli e dell’istituto Boccardi. Sotto la mascherina le lacrime a scorrere sul volto di giovani che hanno visto volare in cielo all’improvviso la loro amica, la compagna di banco e di vita. Il silenzio rotto solo dal pianto sommesso dei genitori e dei familiari sotto shock per l’accaduto. Poche le parole, ancora meno le risposte al perché più grande: “perché è accaduto?”. “Solo qualche parola per accogliere l’annuncio – ha affermato Don Silvio – che ci viene dalla sacra scrittura come luce per la nostra vita. Mamma dicevi era la luce della mia vita. Sara era la luce di Dio, il mare, la passione per la musica, il cantare con la capacità di sintonia con gli altri sono cose grandiose che noi non riusciamo a cogliere in altre relazioni della vita. Per Sara è qualcosa che nessuno si aspettava ma c’è il compiersi del progetto della vita di ogni persona e la luce che Dio ha acceso perché l’uomo non riuscirà mai a spegnere la luce di Dio perché ciò che Dio ha acceso e che chiama all’esistenza dovrà secondo la logica del suo amore vivere per sempre. Siate pronti agli eventi della vita e ce lo dice con una immagine bella. Siate pronti ad essere serviti da Dio perché chi sa accogliere il Signore si vedrà accolto alla mensa. Sara è stata un dono grandioso, una luce nella vita. La luce della vita di una mamma e di un papà perché i figli sono la luce della vita. Il Signore traccerà il cammino che non finisce in una bara. Questa segna il nostro tempo ma il cammino va verso l’abbraccio di Dio che è affidato molto alla nostra umanità. Ho visto tanti giovani – ha concluso don Silvio – non sfidate la vita ma accarezzatela e quando vi sentirete pieni di vita ricordatevi che siamo tutti fragili”.