Di Silvia Palmisano e Alice Piedimonte
E’ già noto che la comunicazione nel corso degli anni è stata modificata dall’utilizzo smisurato degli smartphone. Una recente ricerca ha svelato che mediamente giovani e adulti sbloccano il proprio cellulare 110 volte al giorno: 6,8 volte all’ora e circa una volta ogni 6 minuti.
Allo sviluppo della tecnologia dei telefoni si sono unite anche le nuove applicazioni che interessano ogni settore della nostra vita. Non si tratta più di semplici videogames o social, ma qualsiasi attività,sport o hobbie possiede oggi un proprio spazio all’interno del mondo virtuale.
Oltre a trattare semplicemente una materia, le app influenzano le nostre scelte quotidiane, dai prodotti che acquistiamo alle nostre preferenze in ambito sociale. Difatti 1 utente su 3 di Instagram dichiara di aver scoperto un brand o un prodotto proprio grazie a contenuti che ha trovato sulla bacheca.
L’applicazione,invece, nota a tutti per la messaggistica istantanea, e non solo,è Whatsapp. Quest’ultima ha preso spunto dai semplici SMS sfruttando lo sviluppo di Internet e aggiungendo nuovi servizi come le video-chiamate e la possibilità di inviare foto e video, lasciandoci alle spalle i vecchi MMS costosi e inefficienti.
Essa si è sostituita alla conversazione vera e propria, consentendo di poter comunicare una notizia,piacevole e non, evitando il contatto visivo che lascia vivere determinate emozioni che potrebbero influire sul modo e sul contenuto del messaggio che si intende riferire.
Ad essere colpiti da questo fenomeno non sono solo i giovani, come affermato dalla maggior parte, ma anche la fascia d’età compresa tra i 25 e i 50 anni, che utilizza i social e altro per interessarsi all’attualità, alla politica;e che,inoltre, ha introdotto l’uso della tecnologia all’interno degli ambienti lavorativi.
Feedback positivo per la tecnologia, attenzione però agli effetti collaterali.