Apertura anno scolastico: il messaggio della Ministra Azzolina a docenti, dirigenti, Ata e personale

Questo il testo integrale del  messaggio che la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha inviato questo pomeriggio ai docenti, ai dirigenti, agli Ata, a tutto il personale delle scuole italiane, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2020/2021.

«Carissimi, da  domani  prenderà il via formalmente l’anno scolastico. Quello che stiamo per vivere è un inizio davvero particolare: tutti Voi, Docenti, Dirigenti, Personale ATA, siete ben  consapevoli  del  fatto  che  stiamo  per  scrivere,  insieme,  un  capitolo nuovo  e determinante nella storia della nostra scuola. Siate innanzitutto fieri del lavoro fin qui svolto. Veniamo  da  mesi  difficili  in  cui,  come  comunità  scolastica, abbiamo  dovuto  reagire ad una pandemia che ha colto il mondo di sorpresa, travolgendolo. Abbiamo affrontato un evento inatteso e davvero doloroso per noi che viviamo del contatto con gli studenti: la sospensione delle attività didattiche in presenza. La didattica a distanza, nonostante le difficoltà, ha tenuto vivo il  legame con le nostre ragazze e con  i nostri  ragazzi. Insieme poi, a  giugno,  abbiamo  riaperto i  nostri  Istituti,  per  la  prima  volta, per  lo  svolgimento degli Esami di Stato delle scuole secondarie di secondo grado. In molti avevano messo in dubbio  la  nostra  capacità  di  organizzarli  in  presenza,  allarmando  su  possibili  fughe  di commissari e presidenti di commissione. In pochi hanno poi voluto raccontare con quale spirito di servizio la scuola tutta abbia gestito senza alcuna criticità una prova che resterà nella  storia  e nel  cuore  di  studentesse  e  studenti.  Anche  di  questo  non  posso  che ringraziarvi uno per uno. A breve le scuole riapriranno le porte a tutti. Prima con i percorsi di recupero degli apprendimenti,  che  andranno  avanti  anche  durante  l’anno  per  garantire  a  ciascuno studente la preparazione di cui ha bisogno, poi con le lezioni vere e proprie. Ci  troveremo  a  convivere  con  regole  di  sicurezza  da  rispettare  e  con  una  maggiore attenzione agli aspetti sanitari. Non era mai successo prima. So che c’è preoccupazione, è comprensibile.  Ci  darà  sostegno  la  garanzia  del  gran  lavoro  fatto.  Lo  dico  senza  alcun trionfalismo, ma  con  soddisfazione:  dati  alla  mano,  nessuno  in  Europa  si  è  impegnato così tanto nei mesi estivi per preparare la scuola a questa nuova stagione. Già a giugno è stato varato il Piano per la ripartenza di settembre, preparato insieme ai  tanti  attori  del  sistema  scolastico  e  istituzionale.  Da  allora  non  ci  siamo  mai  fermati. Abbiamo collaborato con le autorità sanitarie per avere  regole  condivise. E se queste si sono  evolute  nel  corso  dell’estate  è  perché  il  quadro  di  una  pandemia  non  è  una fotografia,  non  è  statico,  e  al  mutare  delle  condizioni  la  politica  può  e  deve  prendere nuove  decisioni.  Lo  abbiamo  fatto.  Oggi  abbiamo  regole  chiare,  tra  le  più  rigorose  in Europa. Abbiamo stanziato risorse per l’edilizia leggera -so che  in molte delle vostre  scuole proprio in questi giorni si stanno completando gli interventi -risorse per i dispositivi di protezione,  per  predisporre  quella  logistica  che  consentirà  di  evitare  assembramenti proteggendo  la  salute  di  tutti,  per  acquistare  dispositivi  digitali,  connettività,  libri  e  kit didattici per i meno abbienti. Daremo  alle  scuole  2,4  milioni  di  banchi  nuovi  monoposto.  Uno  strumento  per distanziare i ragazzi, per la sicurezza, ma anche un investimento sul futuro: lo Stato non era  mai  intervenuto  così  massicciamente  sugli  arredi.  Abbiamo  letto  di  tutto  su  questi banchi. Il  dibattito è stato a tratti surreale, lasciatemelo  dire. Ma chi  insegna,  dirige una scuola o ci lavora, come voi, sa che queste dotazioni saranno importantissime per i nostri studenti,  non  solo  per  la  loro  sicurezza  oggi, ma  anche  per  offrire  la  possibilità  di rinnovare  la  didattica  domani. In  questi  giorni,  poi,  il  Commissario  straordinario  sta consegnando gel e mascherine nelle scuole. Fornirà tutto lo Stato. Nonostante  l’emergenza  abbiamo  digitalizzato  e  accelerato  le  procedure  di assunzione,  quelle  per  l’assegnazione  delle  supplenze,  una  novità  che  modernizza  il sistema.  Svolgeremo  a  breve  concorsi  per  78  mila  posti  che  rafforzeranno  il  nostro organico, fra cui quelli per le secondarie, molto attesi data la carenza di insegnanti. Avrei voluto farli prima, è  noto. Ma  li faremo  presto  e  credo  che  una  volta  per  tutte  il Paese debba  ragionare  su  un  modello  stabile  di  reclutamento.  Ai nostri  studenti  servono certezze,  e  le  certezze  si  costruiscono  a  partire  dai  loro  insegnanti.  E  lo  faremo  a cominciare  dal  sostegno,  vera  emergenza  su  cui, con  il Ministro dell’Università e  della Ricerca, abbiamo impresso una prima accelerazione aumentando il numero dei posti per le specializzazioni. In  queste  settimane abbiamo  assistito  ad un  fiorire  di  commenti  e ad un  ampio dibattito sulla riapertura delle scuole. Il che per certi versi è un bene: mai la scuola aveva avuto  tanta attenzione  negli  ultimi anni.  Il  Paese ne ha  riscoperto l’importanza.  Le famiglie hanno compreso quanti sforzi occorrano agli insegnanti nel difficile compito di educare  e  formare  i  loro  figli.  Eppure,  il  dibattito  ha  schiacciato  la  questione  scolastica troppo spesso sul lato sanitario, dimenticando il vero obiettivo della riapertura: i bisogni educativi dei nostri studenti, a cui tutti noi ci siamo dedicati come personale della scuola. E  attorno  a  questa  nuova  attenzione  per  il  sistema  scolastico  sono  emerse  narrazioni spesso  semplificate,  alcune  volte  allarmistiche,  quasi  sempre  ingiuste  sul  personale scolastico. In questi mesi avete lavorato tantissimo: ci avete messo il cuore e l’anima. Nonostante  quello  che  qualcuno  può  dire,  non  vi  siete  mai  fermati,  anzi,  avete iniziato a correre ancora più forte, per garantire la continuità didattica e per non perdere il contatto con i vostri studenti. Voglio ringraziarvi uno ad uno per gli sforzi fatti e per quelli  che  farete  e  dirvi  che,  come  Ministra,  io  farò  altrettanto  e  difenderò  sempre  il lavoro  di  chi opera nella  scuola,  perché  ne  conosco  le  responsabilità  e  le  difficoltà. Respingeremo  sempre  con forza  le  insinuazioni  che  mirano  a  gettare  discredito sulle istituzioni scolastiche e soprattutto su chi ci lavora. Come quelle che danno già per certa una fuga ipotetica di insegnanti dalle classi. O le narrazioni secondo cui non ci saranno corsi  di  recupero  perché  i  docenti  si  rifiutano  di  farli.  Traduzioni  semplicistiche  che rischiano  di  fare  danno  al  sistema.  Dimostriamo  ancora  una  volta  che  il  corpo  dei docenti è sano. Composto da insegnanti che ci credono. Che amano il proprio lavoro e lo svolgono con professionalità e impegno. Lavoriamo  tutti  insieme  e  riconsegniamo  le  scuole  ai  nostri  studenti:  il  Paese  ce  ne sarà  riconoscente.  Abbiamo  una  responsabilità  storica  grande.  Sarà  un  anno  duro.  Ma anche l’inizio di un percorso diverso. Avremo le risorse dall’Europa con cui costruire la scuola  di  domani,  a  partire  dagli  insegnamenti  di  questi  mesi. Abbiamo  le  idee  e  il coraggio per realizzarle. C’è una battaglia da portare avanti su tutte: quella per eliminare le classi sovraffollate, le cosiddette classi pollaio. Abbiamo cominciato a intervenire sul provvedimento che ha dato  loro origine: il Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81. Già oggi  possiamo derogarvi, per l’emergenza, abbassando il  numero  di  alunni  per  classe. Porteremo  avanti  questo  percorso.  Così  come  dobbiamo immaginare  e  realizzare un Piano  pluriennale di  investimenti sull’edilizia scolastica, grazie all’impiego delle risorse provenienti dal cd. “Recovery Fund”. Abbiamo un  obiettivo  preciso, da  raggiungere  in tempi certi: dotare il nostro Paese di scuole migliori, più sicure e funzionali alle esigenze di studentesse e studenti. E lavoreremo su innovazione didattica e formazione di tutto il personale  scolastico,  senza  dimenticare  la  lotta  ad  ogni  forma  di  povertà  educativa  e  il contrasto  alla  dispersione  scolastica.  Per  una  scuola  al  passo  con  i  tempi, nella  quale nessuno resti indietro e che possa davvero offrire il meglio ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, che li metta al primo posto, che sia per loro una casa in cui crescere, formarsi, diventare cittadini consapevoli. Il primo giorno di scuola porterà con sé grandi emozioni. Anche in chi vi scrive. Ai nostri ragazzi e alle loro famiglie trasmettiamo serenità. Aiutiamoli a conoscere al meglio e rispettare le regole sanitarie, spieghiamo agli studenti e alle studentesse che la scuola ce l’ha fatta e non vedeva l’ora di accoglierli di nuovo. Perché tutti noi siamo a scuola per loro. E tutti noi non vediamo l’ora di guardarli finalmente negli occhi e dire “Bentornate e Bentornati”».