Giorni fa, la prof.ssa Roberta Iannacito Provenzano, direttrice del Dipartimento di Lingua Letteratura e Linguistica della York University di Toronto (Canada), ha ufficializzato la candidatura al Premio Nobel per la Letteratura di Antonio Angelone, che, scrittore e commediografo, ha rappresentato, in una vasta produzione letteraria, la sofferta esistenza di personaggi umili, costretti a vivere nel “deserto dei sogni”.
Di fatto, nelle opere in vernacolo forlivese, Antonio Angelone, con un originale timbro narrativo, propone un affresco storico della civiltà contadina, contraddistinta da antieroici protagonisti, intenti in una dura lotta per la sopravvivenza, fatta di vicende marginali ma di profondo significato umano. Nondimeno, la lirica di Antonio Angelone costituisce una vera ricchezza nel panorama poetico contemporaneo, soprattutto quando descrive i miti, che, primordiali e ancestrali, si frangono, come le onde del mare sugli scogli, contro gli insormontabili ostacoli dei desideri irrealizzati e delle drammatiche inquietudini riconducibili ad una esistenza resa non solo enigmatica e affascinante ma anche straziante e meravigliosa. Tant’è vero che, per una rigorosa comprensione di una società, è necessaria una consapevole acquisizione dei “miti” sui quali è fondata, al di là di una qualsivoglia disamina rivolta alla storia o alla cronaca. Nel corso di una recente intervista, Antonio Angelone ha ringraziato la prof.ssa Roberta Iannacito Provenzano per la ufficializzazione della candidatura al Premio Nobel, ambizioso riconoscimento per un uomo che ha valorizzato la terra di Molise, dove affondano, solide e indistruttibili, le radici culturali, evidenziate da una singolare creatività artistica, ottenuta mediante una essenziale e incisiva raffigurazione. (Emiddio Izzi)