Anche dal porto di Termoli la ‘rumorosa’ protesta  contro le politiche europee della pesca

Anche la marineria di Termoli ha fatto risuonare le sirene dei propri pescherecci in segno di protesta contro il piano di azione e la proposta della Commissione europea della Pesca di abolire entro il 2030 la pesca a strascico. Un modo per richiamare l’attenzione delle forze politiche e delle istituzioni sui rischi del comparto ittico. “Le politiche dell’UE che mettono in gioco il futuro di un settore di vitale importanza, esprimendo il forte disagio per i divieti di pesca e le restrizioni che si intendono imporre alla pesca a strascico dalla Commissione europea attraverso il Piano d’azione per proteggere gli ecosistemi marini. La pesca è competenza esclusiva dell’Unione Europea. Tuttavia, quella che dovrebbe essere una politica che unisca i pescatori e li renda orgogliosi dell’UE, si è invece trasformata in un motivo di privazione dei diritti civili. Il settore della pesca si trova ad affrontare enormi sfide come la Brexit, gli effetti della pandemia post-COVID, la concorrenza sullo spazio marino con altri settori economici come gli impianti eolici offshore, l’inflazione e i costi energetici alle stelle. La Commissione Europea con il suo Piano d’Azione e la sua proposta di vietare la pesca a strascico nel 30% dei nostri mari arriva con una ulteriore tagliola che mette in ginocchio il comparto e che, con questa proposta di ulteriore riduzione della pesca a strascico, ha scatenato proteste dei governi, del Parlamento Europeo e dello stesso settore della pesca”.