Processo per la bancarotta Ittierre sul binario morto. A quattro anni dall’inizio del dibattimento, c’è il rischio concreto che ricominci tutto da capo e con un nuovo collegio giudicante. Alla base di tutto il trasferimento ad altre sedi dei due giudici a latere: Ginesi e Iaselli. Per questo, il presidente della corte e dello stesso tribunale, Enzo Di Giacomo, ha emesso un’ordinanza in cui chiede al Csm il congelamento del trasferimento dei due giudici a latere, fino alla fine del processo. Il quattro maggio è stata fissata la nuova udienza in cui Di Giacomo riferirà della risposta del Csm.
Il colpo di scena l’altra sera, alle venti circa, dopo una giornata dibattimentale lunghissima che, alla fine, ha sostanzialmente visto d’accordo sia le difese, che la procura: sostituendo i due giudici a latere trasferiti, con un togato e un Got, il collegio avrebbe oggettivamente ‘perso’ la memoria storica di quanto fatto fino ad allora e ci sarebbe stato il rischio di una decisione finale più incerta per mancanza di continuità dell’organo giudicante. La legge è chiara e consente alla difesa, di fronte alla sostituzione di uno o più giudici, di ripetere gli atti processuali. Fin quando c’era l’ipotesi che andasse via solo la Ginesi, trasferita a Firenze, teoricamente, le difese dei dieci imputati avrebbero anche potuto non muovere eccezioni, ma di fronte al trasferimento a Napoli Nord, e alla contestuale gravidanza, della Iaselli, il collegio avrebbe dovuto essere rinnovato per due terzi e, oggettivamente, come rilevato anche dalla procura, si sarebbe persa la memoria storica del dibattimento.
Per cui, sia le difese che la procura hanno fatto presente a Di Giacomo che, se fossero venuti meno due giudici, sarebbe stato chiesto un nuovo collegio per affrontare di nuovo il dibattimento, ripartendo da capo.
Pertanto il presidente del tribunale, in un ultimo e legittimo tentativo di salvare il salvabile, ha correttamente ritenuto di rivolgersi al Csm per sbrogliare l’intricata matassa, chiedendo l’applicazione a Isernia sia della Ginesi, che della Iaselli, fino alla sentenza del processo Ittierre.
Di Giacomo è stato professionalmente ineccepibile, ma è altamente improbabile che il Csm blocchi due trasferimenti già deliberati, per cui il processo Ittierre si avvia quasi certamente ad una nuova ripartenza, con i suoi dieci imputati per bancarotta che resteranno ancora alla sbarra di un processo infinito e rischioso, chissà per quanti anni ancora, con notevoli danni e conseguenze, non solo d’immagine. E tra l’altro sono persone molto in vista, considerate e conosciute, sia a livello locale che nazionale, si tratta, infatti di: Tonino Perna ed altri nove: il commercialista Simone Feig e poi Maurizio Negro, Alessandro Finizio, Andrè Elvinger, Andrea Manghi, Sergio Lin, Carlo Nicolai, Paolo Giorgio Bassi e Fabio Orlandi.