Amministrative, il Pd lavora alle “larghe intese”

E si guarda al movimento di Vincenzo Niro. Facciolla: «Ben venga un accordo programmatico coi centristi»

REDAZIONE TERMOLI

Il “centro” come ago della bilancia delle prossime elezioni comunali. No, non è un gioco di parole ma la situazione che si sta verificando a Termoli dove tutti guardano all’area di centro alla ricerca di consensi e voti. E l’ago della bilancia, stando almeno ai rumors che si rincorrono in città, potrebbe essere proprio la formazione dell’assessore regionale Vincenzo Niro. Forti di un risultato che, di fatto, ha permesso ad Angelo Sbrocca di vestire la fascia tricolore cinque anni fa, e passati nel frattempo “armi e bagagli” nel centrodestra di Donato Toma, Niro e compagni potrebbero davvero determinare l’ago della bilancia tra la vittoria e la sconfitta di una qualsiasi coalizione. A loro guarderebbero non solo i colleghi alleati del centrodestra (d’altronde Niro, attualmente, è assessore della Giunta Toma) ma anche (e neanche tanto velatamente) quel centrosinistra alla ricerca di una quadra nella coalizione e nei consensi tali da risollevare i minimi storici (a livello di percentuali) delle ultime regionali per il Partito Democratico. D’altronde Termoli per il Pd era stata una sorta di debacle e se si guarda troppo a sinistra si rischia di perdere tutta quella “fetta centrista” che poi “muove” il maggior numero di voti. Lo sa bene Vittorino Facciolla, neo segretario del Partito Democratico, alle prese con il giro di consultazioni in vista della formazione della coalizione, delle liste e della scelta dei candidati sindaco di Campobasso e Termoli. E se nel capoluogo di regione le cose sembrano all’apparenza più semplici, così pare non essere sulla costa dove, da sempre, si scontrano tante anime del Pd. Ognuna con una propria identità. Di qui la possibilità che la scelta del candidato sindaco diventi più una guerra intestina che una “comunione di intenti”. «Il candidato sindaco lo decideranno i termolesi di centrosinistra, non di certo il segretario regionale che deve cercare di tenere unita la coalizione ed è quello che farò e sto già facendo». Un lavoro non semplice per Facciolla quando di fronte c’è un mondo variegato di idee anche parecchio distanti tra loro. «L’idea – taglia corto il segretario regionale – è quella di tenere un campo largo di centrosinistra, aperto ai movimenti civici e ai partiti che desiderano aderirvi ed è una idea su cui stiamo lavorando da giorni». Il che, spurgato dal “politichese” sta a significare “guardare a sinistra ma non abbandonare quell’area di centro che ha fatto vincere cinque anni fa” per una coalizione che, di fatto, potrebbe comprendere anche il movimento di Vincenzo Niro. «Questo bisogna chiederlo a loro, quando il centrosinistra proporrà un accordo su una base programmatica potranno aderirvi anche altri soprattutto se hanno condiviso un programma di cinque anni con l’attuale amministrazione comunale. Ma queste domande bisogna avanzarle ai centristi», dribla Facciolla che, però, non nasconde quanto, in realtà, una coalizione col movimento di Niro piacerebbe. E anche parecchio. «Noi proporremo un nostro programma e se dovessero aderirvi perché no. Tendenzialmente la mia idea – ha proseguito il segretario regionale del Pd – è quella di proporre o agevolare una alleanza ampia di centrosinistra ma se ce ne è una larga su base programmatica specie come è successo a Termoli dove ci sono già consacrate delle alleanze che hanno fatto bene alla città perché non riproporle». Di fatto una eventuale alleanza con i centristi toglierebbe al centrodestra una larga fetta dell’elettorato e soprattutto quell’unità di intenti che nella coalizione avversaria tutti cercano ma ancora nessuno sta trovando e potrebbe portare alla ricandidatura anche dell’attuale sindaco Angelo Sbrocca su cui tutti, a iniziare dalla Federazione del basso Molise, sperano di trovare la sintesi. «Io sono uno stretto osservatore dello statuto che dice che i sindaci uscenti sono ricandidabili, quindi noi abbiamo di fatto sancito l’osservanza piena dello statuto del nostro partito. Questo non significa che circolo, Federazione e alleati della coalizione non possano chiederci e fare delle scelte diverse da quelle che sono quelle statutarie. Dovremmo ascoltare con molta attenzione quello che dice la base e decidere». Una base che, però, probabilmente non sarà ascoltata con le Primarie, metodo tradizionale di scelta dei candidati da parte del Pd. D’altronde il prossimo 26 aprile dovranno essere presentate le liste. C’è un mese di tempo per trovare i candidati consiglieri, comporre le liste, scrivere il programma e “investire” il candidato sindaco della responsabilità di presentarsi agli elettori. Troppo poco il tempo per organizzare anche delle Primarie che siano degne di questo nome. «E’ molto difficile che le Primarie si facciano – ha concluso Facciolla – ma in politica non è da escludere nulla».