Amministrative, centrodestra alla prova di tavoli e «programmi»

Di Brino: «Stiamo valutando prima le criticità e a breve apriremo un confronto sulla scelta del candidato sindaco»

REDAZIONE TERMOLI

Di nomi, al momento, ne girano tanti. Dai “chiacchierati” Roberti e Di Brino, passando per “l’ultima ora” di
Antonio D’Aimmo, che in molti vedrebbero come candidato “buono” a prendere voti “trasversali” in un’epoca
nella quale di coalizioni “tradizionali” è sempre più difficile parlare, l’ex presidente della Provincia di
Campobasso, Antonio Chieffo e l’ex presidente del Cosib Antonio Del Torto. Senza dimenticate Antonio
Spezzano e un eventuale ritorno alla candidatura di Michele Marone che alle ultime amministrative perse in
volata proprio contro il sindaco Sbrocca e che, al momento, è la “figura di punta” della Lega termolese. Chi,
però, conosce a fondo l’arte della politica sa bene che è ancora lunga la strada per conoscere il nome del
candidato sindaco della coalizione del centrodestra che sarà presentato al “giudizio” degli elettori nelle
amministrative che presumibilmente si terranno in concomitanza con le Europee di fine maggio. E se a
Campobasso i tavoli di coalizione si susseguono sempre più alla “luce del sole”, lo stesso non si può dire a
Termoli dove, nelle “segrete stanze” gli incontri vanno avanti senza, però, giungere a un qualcosa di concreto.
Sì perché la strada, come detto, è lunga e in assenza di un “accordo regionale” su “chi deve prendere cosa” la
trattativa sta diventando difficile anche in basso Molise. Si sa, infatti, che negli equilibri e nei “giochi di ruolo”
due elezioni come quelle di Campobasso e Termoli sono strettamente collegate.

E così, in vista del prossimo incontro programmato per lunedì in basso Molise, a squarciare il velo di presunto mistero ci pensa Antonio Di Brino. L’ex primo cittadino in un post su Facebook ha “ricordato” proprio la “caduta” della sua amministrazione avvenuta il 22 febbraio di cinque anni fa. «Non ancora conosco i motivi di quella scelta – afferma Di Brino – una scelta avvenuta di notte, mentre Termoli e i termolesi dormivano tutti tranne 4+2: Timoteo Fabrizio, Ivo Sprocatti, Francesco Di Giovine, Stefano Perricone + Paolo Frattura e Vittorino Facciolla. Gli stessi consiglieri che hanno letteralmente buttato a mare 4 anni di buon governo, per il bene di Termoli, per poi passare con il centro sinistra di Sbrocca. In 5 anni mai una parola, mai un dibattito interno rispetto a questa gestione.

Incredibile! Nonostante tutto questo non ho mai perso la voglia, la determinazione, la pazienza e il coraggio di
ascoltare i cittadini, le loro richieste e di “denunciare” ciò che di sbagliato avveniva e avviene all’interno del
palazzo di vetro tanto proclamato da Sbrocca in campagna elettorale, rispettando il mio mandato da consigliere
comunale. Oggi però a distanza di 5 anni, sento che Termoli deve tornare ad occupare un ruolo importante nel
Molise e nel Basso Molise e che dite… Ripartiamo da quel 21 Febbraio? Ci riproviamo?». Una domanda retorica
che certo non nasconde la voglia dell’ex primo cittadino di riprovarci anche se a una domanda diretta glissa
scaramantico: «chi entra Papa in conclave ne esce sempre Cardinale». Di Brino, però, non nasconde che i
tavoli, a Termoli, sono iniziati. «Noi partecipiamo come Direzione Italia, il partito che si è federato con Fratelli
d’Italia, e come Prima Termoli con il coordinatore del movimento che è Christian Zaami e siamo sia sul tavolo
locale che regionale». Che i due movimenti possano, quindi, formare altrettante liste da associare al prossimo
candidato sindaco sembra quasi un dato di fatto anche se resta ancora “avvolto nel mistero” il nome di chi sarà
questo futuro aspirante primo cittadino. «Al momento si sta discutendo di programmi e obiettivi per la prossima
amministrazione, stiamo valutando le criticità e a breve apriremo un confronto sulla scelta del candidato
sindaco che deve sì tenere conto di quelle che sono le indicazioni dei partiti ma noi riteniamo che debba essere
ascoltata anche la base della città e dei Comuni dove si torna a votare, principalmente Campobasso e Termoli».

Della serie il candidato non dovrà essere il risultato di mere logiche spartitorie all’interno dei partiti. Un discorso
che si scontra con una difficoltà oggettiva del centrodestra, almeno quello termolese, a fare una vera sintesi.
Se, infatti, da un lato pare essere rientrata l’acredine che vedeva Di Brino “contrapposto” ai consiglieri di Forza
Italia Rinaldi e Roberti, dall’altro lato c’è ancora da dirimere la questione relativa alla posizione della Lega
considerando che, per il coordinatore regionale Mazzuto, il partito di Salvini non aveva preso parte all’unico
tavolo “pubblico” che finora si è tenuto a Termoli. Di Brino, dal canto suo, cerca di vedere il bicchiere mezzo
pieno: «mi sembra che ci sia un confronto franco e proficuo e auspico che alla fine del percorso si vada con un
candidato unico per il centrodestra». Un auspicio che, in realtà, accumuna tutta la coalizione ben consapevole
che andare uniti dà sicuramente più forza che presentarsi divisi agli elettori. Resta, però, il problema dei
“trasfughi”, coloro pronti a fare di nuovo il “salto” dal centrosinistra al centrodestra «ma che in passato hanno

appoggiato governi di centrosinistra o fatto cadere quelli di centrodestra. Secondo noi di Direzione Italia, Fratelli
d’Italia e la Lega non possono entrare nelle nostre liste e certo non candidarsi a sindaco per una questione di
coerenza e lealtà ma non possiamo porre il veto. Se ci sono liste prone ad accettarli questa è una coalizione
aperta».