Allarme Gimbe: anticipare i richiami degli over 60 per contrastare la variante Delta

“A oggi dei 17.886.878 over 60, 2.384.966 (13,3%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino e 4.648.515 (26,0%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose: 3.154.159 con AstraZeneca, 1.286.101 con Pfizer-BioNTech e 208.255 con Moderna: in tutto sono dunque oltre 7 milioni i soggetti over 60 parzialmente o totalmente esposti a rischio di malattia grave che non hanno adeguata copertura contro la variante”. E’ l’allarme lanciato dall’ultimo report della Fondazione Gimbe.
“Pur non conoscendo al momento l’esatta prevalenza della variante delta in Italia – spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – la sua maggiore contagiosità e, soprattutto, la documentata limitata efficacia di una singola dose di vaccino richiedono una rivalutazione delle strategie vaccinali per minimizzarne l’impatto clinico e quello sui servizi sanitari”.

E’ quanto riportato da Huffingtonpost.it sul monitoraggio del Gimbe della settimana appena passata. Per quello che riguarda il Molise nella settimana dal 23 al 29 giugno si evidenzia una performance in miglioramento sui casi attualmente positivi per 100mila abitanti e si registra una diminuzione dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Sotto la soglia di saturazione i posti letto in area medica e terapia intensiva occupati dai pazienti Covid-19. La percentuale di popolazione con ciclo completo è pari al 32,3% a cui aggiungere un ulteriore 26,7% solo con la prima dose. Per quello che riguarda la variante Delta e i richiami per gli over 60 in Molise la percentuale di popolazione che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari all’11,9% con la media nazionale che si attesa sul 13,3% mentre la popolazione over 60 con ciclo completo è pari al 49,6% a cui aggiungere un ulteriore 39,9% con solo la prima dose.

Secondo Gimbe, “due gli obiettivi prioritari: da un lato raggiungere il maggior numero possibile di over 60 che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, dall’altro anticipare quanto possibile la somministrazione della seconda dose in questa fascia anagrafica”.Tuttavia, “se per i vaccini a mRna l’intervallo minimo tra le due dosi può essere riportato a quello originale (21 giorni per Pfizer-BioNTech e 28 giorni per Moderna), diverso è il caso di AstraZeneca – avverte il report – Infatti, se il richiamo sarebbe formalmente permesso dalle indicazioni del foglietto illustrativo a partire dalla quarta settimana successiva alla prima somministrazione, la circolare ministeriale numero 5079 del 9 febbraio 2021 raccomanda un intervallo ottimale di 10-12 settimane per garantire una maggiore efficacia del vaccino”.
Gimbe propone quindi di rimodulare la campagna vaccinale negli over 60. Prime dosi: “Offrire solo vaccini a mRna, sia per aumentare l’adesione alla campagna fortemente compromessa dalla diffidenza verso i vaccini a vettore virale, sia per evitare che i nuovi vaccinati restino esposti per le successive 10-12 settimane alla variante delta senza adeguata copertura”. Per le seconde dosi Pfizer-BioNTech e Moderna: “Somministrare la seconda dose rispettivamente a 21 e 28 giorni, anticipando i richiami fissati a intervalli più prolungati”.
Per AstraZeneca: “Estendere l’autorizzazione Aifa per offrire la vaccinazione eterologa anche agli over 60 (al momento ‘off label’), permettendo così di anticipare la seconda dose a 8 settimane dalla prima. In alternativa – prosegue la Fondazione – mantenendo il ciclo completo con AstraZeneca, per proteggere gli over 60 non adeguatamente coperti dalla singola dose contro la variante delta, occorrerebbe ripristinare misure non farmacologiche più rigorose”.
“Se per contrastare la diffusione della variante delta – conclude Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – devono tornare in campo i servizi territoriali potenziando contact tracing, sequenziamento e screening alle frontiere, per limitare l’impatto della COVID-19 severa e delle ospedalizzazioni occorre accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60. Ma serve una scelta strategica univoca, senza fughe in avanti delle Regioni, allineata con le indicazioni autorizzate dei vaccini e adeguatamente comunicata alla popolazione, anche perché, in relazione alle scorte di vaccini disponibili, nuove vaccinazioni e richiami degli under 60 potrebbero dover subire un rallentamento”.