Aldo Di Giacomo: «Carceri fuori controllo»

Ieri l’incontro a Roma con il sottosegretario alla Giustizia, Morrone

Il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo, ieri a Roma, ha tenuto un sit-in davanti al Ministero di Grazia e Giustizia nell’ambito della campagna “Noi le vittime loro i carnefici”. Terza tappa naziolale, dopo quella di Napoli e di Campobasso, dove si è svolta una manifestazione popolare a difesa dell’agente, del carcere di via Cavour, sospeso dal servizio la scorsa settimana. All’evento ha partecipato il sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone. Il segretario generale ha, inoltre, ricevuto la telefonata del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che per motivi istituzionali non ha potuto partecipare all’incontro. «Ci aspettiamo una presa di posizione del ministro che faccia chiarezza non solo sul 41 bis ma su tutti i problemi del sistema carcerario. Abbiamo intensificato la mobilitazione, a partire dal caso che ha coinvolto il nostro collega di Campobasso, non certo per tutelare un solo collega quanto piuttosto tutto il personale di Polizia Penitenziaria» ha detto Di Giacomo.

«Noi siamo l’unico sindacato che, da tempo, denuncia come lo Stato abbia perso il controllo delle carceri; come i

Boss, proprio dall’interno dei penitenziari, gestiscono i loro traffici e le organizzazioni criminali di cui sono punto di riferimento». Il segretario Di Giacomo ha poi evidenziato dati importanti: «Nel corso dello scorso anno sono stai rinvenuti nelle carceri italiane, compresi gli istituti con sezioni per i sottoposti al 41 bis, più di 750 cellulari, molti dei quali utilizzati da capi clan per gestire i propri traffici e le loro associazioni criminali; sono stati sequestrati più di 11 kg di droga; quasi 600 sono state le aggressioni a danno di poliziotti penitenziari, ogni

giorno una media di 12 agenti è costretta a far ricorso alle cure in ospedale; 65 i suicidi di detenuti in carcere e almeno un migliaio quelli sventati grazie all’intervento del personale» ha spiegato. «Attraverso il tour che toccherà altre città italiane faremo sentire la voce di chi cerca di garantire la legalità all’interno delle carceri e la difesa della società, al fianco di tutti i Poliziotti Penitenziari, vittime di un sistema che tende a santificare i carnefici e non riconosce le dovute garanzie ai propri uomini e alle proprie donne» ha concluso Aldo Di Giacomo.