Il commento di Sergio Genovese
Proprio come le palline da attaccare all’albero con i colori più disparati, mi avventuro, dopo averli intercettati, a commentare gli ultimi spezzoni di cronaca di un grigio 2022. Innanzitutto riporto al proscenio l’acquisto della nuova sede di proprietà dell’ ordine dei giornalisti che, come da protocollo, ha visto la presenza dei dirigenti nazionali. Nei discorsi intervenuti ho constatato un po’ di oleografia sul ruolo che dovrebbe avere il giornalismo locale e nazionale. Conosciamo tutti le realtà piccole e grandi dove le linee editoriali sono quasi sempre spinte dai “padroni” orientando di fatto la libertà di opinione. Dalle nostre parti, con poche eccezioni, si continua a meritare cronaca se si è generosi con l’aiutino da omaggiare, senza il quale si resta oscurati. La giustificazione più ricorrente è sempre quella di sostenere la libertà di scelta da parte di una tv privata, per fare un esempio, nell’esercizio di una riconosciuta autonomia decisionale stante il regime privatistico. Tutto falso poiché la stampa molisana e di ogni altra regione italiana accede a fondi pubblici che per alcune strutture editoriali sono anche abbastanza sostanziosi. Il diritto di cronaca andrebbe rispettato ma è uno slogan che va in alto spinto dal vento di questi giorni. Cambiando argomento il lettore si sarà accorto che in queste ultime settimane si sono scatenate le Scuole nel proporre il proprio profilo per mostrare alla utenza di avere una marcia in più per convincere uno studente ad una scelta che rischia di essere forzata. Nella Scuola della bella époque, l’orientamento lo strutturava l’Istituto di provenienza perché si dava importanza alle potenzialità che lo studente aveva mostrato, i genitori, salvo casi eccezionali, si fidavano.Ora sembra davvero che viene continuamente proposta la offerta per acquistare, a buon prezzo, il detersivo per le lavatrici misconoscendo che una scelta sbagliata può precludere il futuro di qualsiasi studente. Passo alla cronaca sportiva per verificare che la Società del Campobasso continua ad agevolare la prevendita dei biglietti per l’accesso al campo che pure avrà un minimo costo. Constatando, dopo le acrobazie di Gesuè, che siamo finiti in un Campionato dove in qualche impianto sarà difficile pure trovare l’acqua calda per le docce e verificando che negli ultimi tempi le presenze allo stadio non superano le trecento unità, la iniziativa mi sembra forzata rispetto al contesto vissuto e fa il paio con la decisione di aprire uno store che non mi sembra possa vivere di un certo riflesso di entusiasmo. Rimanendo in ambito sportivo trovo sempre di più consolidato il desiderio, per chi ne fa parte, di ingigantire le proprie storie per proporre se stesso allontanandosi da una certa umiltà che una volta certificava la figura di uno sportivo vero. Sul fenomeno mi rimbeccava un amico sostenendo che è la conseguenza della Società che viviamo mentre continuo a ribadire che ci dovremmo trovare in un mondo a parte. Mentre scrivo questo pezzo, sono trascorse poche ore dalla finale dei Campionati del mondo di calcio. Come da copione gli sconfitti hanno disperso sul campo di gara molte lacrime dimostrando ancora una volta che la sconfitta è un disonore che va compensato con la disperazione ( spesso finta). Infine voglio fare rimembranza delle tante cerimonie di premiazione che in questi giorni si sono celebrate da Agnone a Termoli. Ho visto che continua ad essere ignorato il Prof. Nicola Fazio, nativo di Toro, cioè colui che ha sostituito il Prof. Veronesi allo IEO. Dimenticanza o qualcos’altro? Non ci dimentichiamo che abbiamo nel passato osteggiato Antonio Di Pietro un molisano che ha conquistato uno spazio importante nella storia del nostro novecento mentre oggi tanti magistrati, orgogliosamente invitati, partecipano a tanti incontri con gli studenti Come si sarà potuto capire gli addobbi li abbiamo intravisti ma le luci sono apparse spente o troppo deboli per essere apprezzate. Cediamo un’altra certezza.