108 candeline per la donna con 10 figli, sopravvissuta a 2 guerre mondiali e 3 pandemie: riceverà un “dono” speciale

Argia De Socio, classe 1914, nasce a Termoli in Provincia di Campobasso il 2 maggio di 108 anni fa, due anno dopo di quando il Titanic affondava per sempre nell’Oceano e lo stesso anno nel quale l’Italia entrava nella Grande Guerra.  

Vive il dramma della Prima e della Seconda Guerra Mondiale ma anche la rinascita dopo aver votato al Referendum costituzionale del 1946 ed oggi è molto preoccupata della guerra in Ucraina.  
Vede e vive tre Repubbliche, il nuovo Millennio, il Pontificato di ben 6 Papi, l’11 settembre, l’epidemia della Sars ed, infine, la tragedia targata 2020 del killer che tutto il Mondo chiama Covid19. 

Ma lei e’ più forte. Sopravvive anche a questa specie di ‘Terza Guerra Mondiale’ dove il nemico è invisibile e subdolo. Ma nonna Bice ha anche altri record: è la donna più anziana della città, e – soprattutto – è passata indenne a ben tre epidemie.  Nel 1935 si trasferisce a Ceccano in Provincia di Frosinone.  Ha avuto ben 10 figli! 
Oltre al coronavirus è infatti sopravvissuta anche all’influenza spagnola (1918-1920) quanto aveva appena sei anni ed alla Sars (2002-2003) quando era ultranovantenne. 
A rendere nota la vicenda l’Associazione Giustitalia della quale la donna è socia onoraria. 
Il suo segreto della longevità sono pasti leggeri accompagnati da un bicchiere di vino, niente fumo e stress e prendere la vita ogni giorno come un dono. 
E’ rimasta vedova ed oggi, nonostante l’età, vive circondata dall’amore virtuale dei figli e dei nipoti.  
Qualche anno fa la donna si è rivolta all’Associazione Giustitalia (www.associazionegiustitalia.it), che si occupa, tra le altre cose, al livello nazionale ed internazionale del rimborso di buoni postali e titoli di Stato, tramite alcuni familiari, per essere assistita nella seguente problematica.  


Tutto inizia nel 2017, quando alcuni parenti dell’anziana signora ritrovano a casa della donna, un buono postale fruttifero di lire 10 milioni emesso nel 1986 ed intestato alla stessa. Poste italiane, attinte da una richiesta di rimborso, avevano effettuato un calcolo “al ribasso” ammontante a poco più di 45.750,00 mila euro.   

In realtà ad un più attento esame della giurisprudenza di merito e delle recenti decisioni dell’Arbitrato Bancario Finanziario, è emerso che l’importo dovuto era praticamente più del doppio rispetto a  quello prospettato da Poste in quanto i tassi di interessi che devono essere applicati sono quelli stampati sul retro del buono e non quelli (notevolmente inferiori) che si sono succeduti nel corso degli anni (peraltro sempre più bassi a causa dell’inflazione sempre crescente).

In linea generale, infatti, occorre considerare che la capitalizzazione al netto della ritenuta fiscale, per ciascuno dei primi 20 anni di durata dei Buoni, è illegittima in quanto in tale caso verrebbe anticipato il momento impositivo previsto dalla normativa primaria. L’articolo 26 del Dpr 600 del 1973, prevede infatti l’applicazione della ritenuta in base al principio di “cassa” e non a quello della maturazione. E i Bfp a differenza dei BTp non distribuiscono cedole nel corso della loro durata. 
Gli interessi maturano ogni bimestre e vengono incassati dal sottoscrittore solo quando si presenta all’ufficio postale per riscuotere il montante. Non è quindi equo anticipare l’applicazione dell’imposta, anche perché la ritenuta fiscale viene girata dalle Poste allo Stato solo quando il sottoscrittore presenta il Bfp all’incasso. 

L’azione rispetta il requisito dell’omogeneità dei diritti in quanto Poste Italiane commetterebbe errori sistematici: la stessa, infatti, calcola i rendimenti dovuti ai risparmiatori, di anno in anno, capitalizzandoli al netto della ritenuta fiscale, erodendo così il montante per ciascun anno di maturazione del titolo, senza che a tale erosione del montante corrisponda un versamento su base annuale della ritenuta all’Erario. 

Poste ritiene di applicare tale metodologia di calcolo sulla base dell’articolo 7 comma 3 del Dm 23 giugno 1997, ma tale norma precisa semplicemente che sul montante dei Buoni Serie Q gli interessi “continueranno” a essere applicati annualmente al netto della ritenuta fiscale.  
La somma totale dovuta attualmente per il rimborso del buono predetto-  fa sapere l’Associazione Giustitalia – ammonta a 97.560,00 euro.  
Davvero un bel regalo di compleanno che la nonna non vuole tenere solo per se. Parte della somma infatti – fa sapere l’anziana signora tramite l’Associazione – sarà devoluta per la situazione emergenziale in Ucraina dovuta alla guerra.